SOCIETA'

di Marika Campeti

Le bambine invisibili delle Ande

In ogni angolo del mondo, le donne e purtroppo, le bambine, vengono maltrattate, umiliate, rese schiave dalla loro presunta condizione di inferiorità. Ogni giorno noi figlie dovremmo ringraziare il nostro destino che ci ha fatto nascere in un paese civilizzato, umano, e pur con tutti i suoi problemi, un paese dove le donne sono riconosciute come persone e non come animali. Troppi casi esistono al mondo di donne e bambine che vengono derubate della loro vita. Uno di questi casi più tristi è quello delle bambine invisibili delle Ande, sono le figlie dei Campesinos, gente poverissima delle Ande, talmente povera da non avere denaro a sufficienza per iscrivere le proprie figlie all’anagrafe. Queste bambine, spesso molto piccole, (quattro cinque anni) vengono affidate dalle famiglie a dei “padrini” o a delle “madrine” che sono considerati dai Campesinos persone per bene, come poliziotti, infermiere, maestri, persone con un lavoro stabile, e un buon guadagno, che promettono di portare le bambine in città, di farle studiare, tutto questo in cambio di lavori domestici da parte dei genitori che speranzosi di regalare alle figlie un futuro migliore del loro si danno da fare per non perdere questa buona occasione.
Ma la maggior parte delle volte, questo non accade, queste povere creature non vengono mandate affatto a scuola, non viene garantito loro alcun livello di istruzione, vengono chiuse in casa, costrette a svolgere i più umili lavori domestici, cucinare, lavare biancheria di famiglie numerose nell’acqua bollente con le loro piccole manine, e per di più non avendo documenti, queste bambine, sono come dei fantasmi.
Le meno fortunate vengono maltrattate, violentate, costrette a subire violenze di ogni sorta, spesso poi abbandonate per strada, quando i loro “padroni” non le considerano più adatte ai loro giochi perversi.
Una volta sole queste anime invisibili devono cercare fortuna come pastorelle, vestite di stracci, tristi e non riconosciute da nessuno, non tornano mai a casa, dai loro genitori che con tanta buona fede le hanno affidate ad un futuro più fortunato, perché spesso sono state strappate all’infanzia troppo piccole per ricordare il loro paese di origine, per raggiungere la loro famiglia, e la vita dura passata dentro casa ha cancellato i ricordi dolci di una mamma e un papà premurosi, e senza documenti nessuna autorità le può aiutare…sono destinate a vivere per sempre così, senza identità, senza futuro, come spiriti che trascinano le loro catene, sono come morte. 

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