LE VOSTRE LETTERE

di Marika Campeti
le opinioni dei lettori

Ciao Marika, sono Rob

Vorrei tentare di arricchire la discussione da me iniziata a riguardo dei due argomenti che hai pubblicato nella tua rubrica. Potrebbe essere un modo, se tu lo ritieni opportuno, per provocare una discussione tra tutte le persone che vengono a curiosare sul sito e aprono la tua casella.

Parto con una domanda che si allaccia al quesito con cui vado a terminare il mio intervento precedente “chi ci insegna a fare il genitore…”:

quale rapporto oggi ha un giovane una giovane (20-30 anni) con la società e le istituzioni?, dove tutte e due (società + istituzioni) mettono al primo posto la famiglia e la denatalità ma poi inevitabilmente non le sostengono e a far da padrone rimane solo l’economia. (esempio: lavoro precario, servizi di utilità pubblica scarsi, servizi privati costosissimi, ecc…)

Nella tua relazione parli di problemi per dire il  vero di un’entità assai grave, dei pedofili e ecc., io vorrei tentare di portare l’attenzione anche sul sommerso. Cosa intendo, mi sembra, e qui spero di essere smentito, che sempre più bambini e sottolineo bambini ricorrono alle cure dello/a psicologo/a, sempre più giovani entrano nelle statistiche di suicidio. Questi “mali” della società sono tanto gravi come i pedofili con l’alternativa che questi ultimi sono più facili (tra virgolette) da individuare e risolvere, basta toglierli di mezzo trascurando, nell’uno e nell’altro caso, l’approfondimento delle cause così da poter fare prevenzione.

Ma nella nostra società evoluta, qui mi riferisco al nostro paese, è veramente scontato che le donne hanno raggiunto le pari opportunità con i maschietti, oppure non si prendono forse a sassate perché la cosa renderebbe incivili, ma si adottano sistemi e azioni di alta finezza?

Così mi allaccio al tuo secondo inserto.

Chiedo e mi chiedo la tolleranza potrebbe essere la base, la via praticabile per un dialogo con quelle popolazioni che adottano sistemi autoritari che producono schiavitù e oppressione nei confronti delle donne e bambini sino all’assurdo di decidere della vita altrui e che appaiono lontane migliaia di anni luce dalle affermazioni “la religione dice….” anziché  la religione dice ma l’uomo fa il contrario? Questo ragionamento sta a significare, per come la penso io, che nemmeno il fine più alto e nobile può indurre al cambiamento di mentalità e di conseguenza dell’agire di un popolo. Un esempio: non ci sono guerre che producano pace.

Impegniamoci, questo si, con movimenti di opinione su tutti quei casi di violenza, soprattutto la dove in gioco c’è il grande valore della vita sia che la si vuole stroncare a sassate o con altri mezzi più moderni (pena di morte).

Questo è il mio pensiero condivisibile oppure no, ma i tuoi argomenti mi hanno surriscaldato cuore e mente.

Ti saluto amichevolmente.

Rob-

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