SOCIETA'

di Marika Campeti

Schiavitù e tortura

            profonde piaghe ancora presenti nel mondo

Purtroppo nel nostro modernissimo 21 secolo la schiavitù non è stata ancora abolita. Nel mondo 200 milioni di essere umani sono stati spogliati del loro diritto alla libertà e resi schiavi, come i bambini schiavi nelle fabbriche di tappeti e mattoni in Pakistan, le intere famiglie  costrette a lavorare nelle grandi proprietà terriere in condizioni disumane, e nei campi di canna da zucchero, come i bambini sequestrati per la guerra in Uganda, o , possiamo vederlo con i nostri occhi, le ragazze straniere vendute in Italia e rese schiave del marciapiede dall’industria del sesso a ore. A  queste persone è negato il diritto a scegliere cosa essere nella loro vita, a questi bambini è negato di giocare, di crescere in armonia, di essere bambini.

Per secoli la schiavitù è esistita come pratica comune, per secoli c’è stato un uomo più forte e più ricco che aveva il diritto di possedere un altro uomo uguale a lui, il diritto di proprietà su un suo stesso simile come se fosse un pezzo di terra da sfruttare al massimo della sua produttività e poi lasciare seccare una volta inutilizzabile.  L'Inghilterra fu la prima a proibire questa istituzione nel 1833. Gli USA lo fecero nel 1865, la Francia nel 1848 e la Spagna, senza essere l'ultima, nel 1888. Nonostante si celebra il cinquantesimo anno della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, ancora adesso uomini  donne vecchi e bambini vengono venduti come schiavi.

Un caso eclatante di schiavitù è quello della Mauritania. In questa ex colina francese la schiavitù nonostante è stata abolita continua ad essere all’ordine del giorno.  I padroni fanno lavorare gli schiavi in cambio del letto dei vestiti e di un po’ di cibo. Purtroppo la condizione economica molto fragile del paese non sembra lasciare alternativa a questi uomini che volontariamente decidono di rimanere proprietà dei loro padroni. Cambiando i tempi cambiano anche le forme di costrizione nella schiavitù e al posto degli anelli di ferro si usano mezzi più sottili ed efficaci per essere sicuri che lo schiavo resti con il suo padrone, come il ritiro del passaporto , la servitù per debiti abusivi e il ritiro dell’eredità.

I bambini mauritani sotto i dieci anni spesso sono venduti come cavalcatori di cammelli ed utilizzati in delle gare che si svolgono nel Golfo Persico.

Anche negli altri paesi la schiavitù infantile è molto diffusa, in Asia ad esempio la manodopera è quasi tutta infantile, e ci sono addirittura dei paesi che utilizzano i bambini piccoli per collocare la miccia delle mine nelle gallerie minerarie molto strette dove un adulto non potrebbe passare.

Il destino delle bambine poi può essere peggiore, queste vengono spesso selezionate in base all’età e all’”avvenenza fisica” e divengono schiave sessuali per capi militari, o schiave domestiche. Senza dimenticare il turismo sessuale dove queste bambine vengono utilizzate come richiamo per turisti e utilizzate per riviste pornografiche e siti internet.

Un dato estremamente grave è quello delle percentuali delle Filippine, lì ben 100.000 bambini e bambine sono costretti a prostituirsi e sono sottoposti ad ogni tipo di abuso e maltrattamento.

 Il risultato  di questa schiavitù sessuale è che almeno 650.000 bambini nel mondo sotto i 14 anni soffre di aids. 

Un’ altra pratica che come la schiavitù purtroppo non si è ancora sradicata è quella della tortura. 

La tortura oggi non è limitata a dittature militari o regimi autoritari, è inflitta anche in stati democratici. Una ricerca ha rivelato che le percosse siano il metodo di tortura più utilizzato dalla polizia in oltre 150 paesi. Le percosse vengono inflitte con bastoni, calci di pistola, fruste, tubi di ferro, mazze e fili elettrici. Molto diffusi sono lo stupro e gli abusi sessuali ai prigionieri. Tra i metodi di tortura più comuni c’è l’elettroshock, la sospensione del corpo, i colpi di bastone sulla pianta dei piedi, il soffocamento, minacce di morte, finte esecuzioni , immersioni in acqua, bruciature di sigarette sul corpo, privazione del sonno. C’è un chiaro legame tra razzismo e tortura, spesso infatti le vittime della tortura sono criminali, vige spesso il detto “tanto se la sono andata a cercare” ad esempio la maggioranza delle vittime in Europa ed Usa sono neri o appartenenti a  minoranze etniche. Nemmeno la tenera età è una garanzia per salvarsi dalla tortura, in oltre 50 paesi molti bambini vengono torturati e maltrattati dalla polizia, e anche sottoposti a stupri e abusi sessuali.

Condizione molto difficile è anche quella delle donne, perché in molti paesi non hanno accesso alle difese legali e sono sottoposte a leggi di sottomissione, e quindi possono difficilmente avere giustizia dopo aver subito delle torture. Ad esempio in Pakistan una donna che viene violentata può essere processata per adulterio se non riesce a procurarsi 4 testimoni maschi che testimoniano che lei non era consenziente.

In tutto il mondo la tortura piega la dignità delle persone, di qualsiasi etnia e di qualsiasi età ed è così difficile sradicare questa terribile pratica perché ancora nelle menti di molto uomini del tutto inseriti in società, del tutto dichiarati “cittadini del mondo” esiste l’antico e erroneo modello della diversità. Finché tutti non impareranno che chi ha la pelle diversa, una lingua diversa, una cultura diversa dalla nostra ha allo stesso modo il sangue come il nostro, la mente come la nostra, la dignità come la nostra e il diritto alla vita identico al nostro, tutte le pratiche di sottomissione non potranno mai cessare.

Il mio consiglio per questo Natale che per noi sarà ricco di dolcezze e per altri sarà soffocato nelle amarezze, è di passare un po’ di tempo a osservare il nostro mondo e la sua gente, a sorridere ad un barbone per strada anche se ci infastidisce il suo sudiciume, a guardare chi chiede l’elemosina senza giudizio, raccontare ai nostri figli una favola che insegni loro ad amare e lo ricordi a noi. Insomma questo Natale facciamo qualcosa per migliorare noi e il nostro mondo.

Grazie.

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