SOCIETA'

di Marika Campeti

Salviamo Amina

Dopo Safiya un'altra donna nigeriana rischia la morte per lapidazione. Un altra vittima della Sharia.

Come te che stai leggendo queste righe, Amina è una donna, una donna a cui è negato il diritto di essere madre, il diritto di essere donna, il diritto alla vita.  

Immedesimati in lei. Nel suo dramma di madre.  

Ormai la condanna è stata pronunciata e stanno venendo da te a portarti via la tua bambina. E’ attaccata al tuo seno di madre e ti guarda  con i suoi grandi occhi neri, lucidi occhi di figlia. La guardi un ultima volta e chiudi gli occhi che bruciano. Non è la morte che ti fa paura… ma la tua bambina, chi chiamerà mamma? Hai finito di svezzarla, speravi che questo giorno non arrivasse mai, ma ecco, una donna anziana apre la porta della tua cella e senza pietà ti guarda come se fossi una omicida. Addio bambina mia. Te la strappa dalle braccia e lei attonita strabuzza gli occhi di carbone e un gemito strozzato si spezza sulla morbida bocca di latte. Un lampo di veli, il frusciare di una veste, e il frutto del tuo seno scompare, piange. Ti strazia il cuore quel pianto innocente, quel pianto che sembra dire: “Mamma, mamma, perché permetti che mi portino via?” E’ tutto così surreale, ti guardi il grembo pensando di trovare lì il corpicino scuro, ma è vuoto, stanco, un ventre colpevole, che ha partorito la figlia del peccato. Così ti hanno detto, te ne sei quasi convinta tu stessa, perché non conosci altra religione, non conosci altre regole, sai solo questo: hai peccato.Devi morire.

La figlia lontana va via verso il nulla, e tu senti nelle tue orecchie materne il suo pianto straziante, lo senti gridare nel cuore, nel corpo, nel ventre, in  fondo al tuo utero, lo senti più forte, più acuto, un incubo che ti accompagna mentre ti trascinano fuori al sole. E’ una giornata splendente, il cielo sembra beffarsi della tua morte, ti guardi intorno, ma la tua bambina non c’è…ma dov’è, dov’è la tua figlia dai capelli ricciuti che ti svegliava coi suoi gridolini notturni? Che ti tirava i capezzoli coi primi dentini? Una arena di terra, uno stadio pieno di gente, ti gridano qualcosa, ma il pianto di tua figlia è così forte che non puoi sentire gli insulti, non puoi sentire le risa delle donne sguaiate. La folla assassina ti attende. Lo spettacolo della tua morte li eccita come cani prima di un combattimento, l’individuo tra sé ha un po’ di tristezza, ma la folla è pronta a sbranare. Una buca già pronta per te. Ti mettono dentro e tu non riesci nemmeno a dimenarti, perché la forza se ne è andata con il pianto di tua figlia. E con essa la volontà.

Sei pronta alla morte? Tutta sepolta tra la terra con solo la testa fuori. Sei pronta a morire? Il primo sasso ti arriva sulla tempia destra, senti un rivolo di sangue che scende lungo l’occhio, rosso, vedi rosso, la folla rossa che ti grida, il pianto nero di tua figlia, il volto acceso di una donna che li lancia un'altra pietra, ti arriva sul labbro, un dente cigola tra le labbra, è un caos intorno a te, la folla sceglie bene i suoi sassi, piccoli e rotondi, per non farti morire subito. Senti la pioggia di sassi intorno al tuo viso, i tiri andati a male che smuovono il vento immobile. Un tonfo liquido, il tuo occhio sinistro è perduto. Ora chiudi anche l’altro e senti il pianto della tua bimba e il suo viso ti appare come un angelo che ti viene a prendere dalla vita. Un secco rumore al naso, il tuo naso è rotto, vedi come fotografie i momenti della tua vita e tutto ora ti sembra così importante, ogni attimo che hai vissuto ti sembra così prezioso. Rivedi il tuo volto com’era…i tuoi occhi rotondi e lucenti, così belli, così grandi, ed ora così cechi, a cosa servono gli occhi ad una che muore? Un altro sasso, en un altro, e un altro ancora. Il cranio tumefatto, senti pulsare tutto il tuo viso, le labbra gonfie spaccate gli occhi orbi, il sangue ti entra nelle narici e non puoi respirare. Un ultimo sasso, lo puoi sentire sulla nuca, e poi..poi il dolore svanisce, e il pianto? Non senti più il pianto. E la vita? La tua vita è svanita.

La morte per lapidazione è una pratica terribile, e privare una bambina di una madre solo perché è stata concepita fuori dal matrimonio è davvero una crudeltà. Se vuoi tentare di salvare Amina da questa sorte scrivi una lettera.

Ambasciata della Nigeria, via Orazio 18, 00193 Roma

Fax 06/ 6832528 

 

Grazie a nome di ogni donna nel mondo.

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