Dopo
Safiya un'altra donna nigeriana rischia la morte per
lapidazione. Un altra vittima della Sharia.
Come
te che stai leggendo queste righe, Amina è una donna, una donna
a cui è negato il diritto di essere madre, il diritto di essere
donna, il diritto alla vita.
Immedesimati
in lei. Nel suo dramma di madre.
Ormai
la condanna è stata pronunciata e stanno venendo da te a
portarti via la tua bambina. E’ attaccata al tuo seno di madre
e ti guarda con i suoi grandi occhi neri, lucidi occhi di
figlia. La guardi un ultima volta e chiudi gli occhi che
bruciano. Non è la morte che ti fa paura… ma la tua bambina,
chi chiamerà mamma? Hai finito di svezzarla, speravi che questo
giorno non arrivasse mai, ma ecco, una donna anziana apre la
porta della tua cella e senza pietà ti guarda come se fossi una
omicida. Addio bambina mia. Te la strappa dalle braccia e lei
attonita strabuzza gli occhi di carbone e un gemito strozzato si
spezza sulla morbida bocca di latte. Un lampo di veli, il
frusciare di una veste, e il frutto del tuo seno scompare,
piange. Ti strazia il cuore quel pianto innocente, quel pianto
che sembra dire: “Mamma, mamma, perché permetti che mi
portino via?” E’ tutto così surreale, ti guardi il grembo
pensando di trovare lì il corpicino scuro, ma è vuoto, stanco,
un ventre colpevole, che ha partorito la figlia del peccato. Così
ti hanno detto, te ne sei quasi convinta tu stessa, perché non
conosci altra religione, non conosci altre regole, sai solo
questo: hai peccato.Devi morire.
La
figlia lontana va via verso il nulla, e tu senti nelle tue
orecchie materne il suo pianto straziante, lo senti gridare nel
cuore, nel corpo, nel ventre, in fondo al tuo utero, lo
senti più forte, più acuto, un incubo che ti accompagna mentre
ti trascinano fuori al sole. E’ una giornata splendente, il
cielo sembra beffarsi della tua morte, ti guardi intorno, ma la
tua bambina non c’è…ma dov’è, dov’è la tua figlia dai
capelli ricciuti che ti svegliava coi suoi gridolini notturni?
Che ti tirava i capezzoli coi primi dentini? Una arena di terra,
uno stadio pieno di gente, ti gridano qualcosa, ma il pianto di
tua figlia è così forte che non puoi sentire gli insulti, non
puoi sentire le risa delle donne sguaiate. La folla assassina ti
attende. Lo spettacolo della tua morte li eccita come cani prima
di un combattimento, l’individuo tra sé ha un po’ di
tristezza, ma la folla è pronta a sbranare. Una buca già
pronta per te. Ti mettono dentro e tu non riesci nemmeno a
dimenarti, perché la forza se ne è andata con il pianto di tua
figlia. E con essa la volontà.
Sei
pronta alla morte? Tutta sepolta tra la terra con solo la testa
fuori. Sei pronta a morire? Il primo sasso ti arriva sulla
tempia destra, senti un rivolo di sangue che scende lungo
l’occhio, rosso, vedi rosso, la folla rossa che ti grida, il
pianto nero di tua figlia, il volto acceso di una donna che li
lancia un'altra pietra, ti arriva sul labbro, un dente cigola
tra le labbra, è un caos intorno a te, la folla sceglie bene i
suoi sassi, piccoli e rotondi, per non farti morire subito.
Senti la pioggia di sassi intorno al tuo viso, i tiri andati a
male che smuovono il vento immobile. Un tonfo liquido, il tuo
occhio sinistro è perduto. Ora chiudi anche l’altro e senti
il pianto della tua bimba e il suo viso ti appare come un angelo
che ti viene a prendere dalla vita. Un secco rumore al naso, il
tuo naso è rotto, vedi come fotografie i momenti della tua vita
e tutto ora ti sembra così importante, ogni attimo che hai
vissuto ti sembra così prezioso. Rivedi il tuo volto
com’era…i tuoi occhi rotondi e lucenti, così belli, così
grandi, ed ora così cechi, a cosa servono gli occhi ad una che
muore? Un altro sasso, en un altro, e un altro ancora. Il cranio
tumefatto, senti pulsare tutto il tuo viso, le labbra gonfie
spaccate gli occhi orbi, il sangue ti entra nelle narici e non
puoi respirare. Un ultimo sasso, lo puoi sentire sulla nuca, e
poi..poi il dolore svanisce, e il pianto? Non senti più il
pianto. E la vita? La tua vita è svanita.
La morte per lapidazione è una pratica terribile, e privare una
bambina di una madre solo perché è stata concepita fuori dal
matrimonio è davvero una crudeltà. Se vuoi tentare di salvare
Amina da questa sorte scrivi una lettera.
Ambasciata della Nigeria, via Orazio 18, 00193 Roma
Fax
06/ 6832528
Grazie
a nome di ogni donna nel mondo.
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