SOCIETA'

di Marika Campeti

Schiave nei Garimpos

A Rio De Janeiro, a San Paolo e Belem i mercanti di ragazzine scrutano le strade povere in cerca di nuove schiave. Sono le meninas de rua che tra le loro baracche fatiscenti vengono giornalmente rapite sotto gli occhi di tutti. Camminano per la strada, mendicano, stracciate, piccole ossute dalla pelle olivastra e capelli sporchi, poco più che bambine, con le ginocchia sbucciate e i fratellini piccoli  col moccio che graffiano le loro caviglie-rami. Rapite e vendute. Poi il loro incubo ha inizio. Vengono portate in Amazzonia e lì scaricate come bestie senza nome nei garimpos, i giacimenti d’oro nel cuore della foresta Amazzonica.

Come può una ragazzina fuggire da un posto così isolato? Questa incontaminata terra di natura selvaggia diventa il loro carcere quotidiano, tra il verde, tra le grida degli animali esotici, si trovano i bordelli da cui non si può fuggire. Cancellate dal resto del mondo queste bambine vivono ogni giorno la loro tortura quotidiana. Hanno dai 10 ai 20 anni, non di più, e i loro carcerieri, i garimpeiros sono uomini crudeli, sporchi, violenti, rozzi. Molte muoiono dopo i primi atroci trattamenti, molte si abituano sperando di morire, sperando di riuscire un giorno a non sopravvivere ai loro padroni che le sottopongono alla “curra”, lo stupro di gruppo, le frustano per poi crudelmente passare il succo di limone sulle loro ferite, e divertiti le fanno abortire con calci al ventre o utilizzando ferri da calza. E la loro vita se ne va spesso con i loro embrioni insanguinati.

Per i garimpeiros una ragazzina vergine vale 60 grammi d’oro, ma la verginità è una sola, e quando il valore si abbassa la vita delle bambine diventa un giocattolo nelle mani di questi uomini-belve.

Miriam Dos Santos è una ragazzina che è riuscita a fuggire dalla foresta Amazzonica, racconta che solo lei è riuscita  a salvarsi, le altre bambine che tentano di fuggire vengono riprese e trattate ancor peggio delle altre. Una bambina di dieci anni chiedeva pietà ad un garimpeiro e lui l’ha uccisa a calci.

Non c’è luce per queste povere anime prigioniere, la loro unica speranza è quella di morire in pace, magari soffrendo il meno possibile, magari conservando un briciolo di dignità di donna, di donna si, perché a dieci anni nei giacimenti d’oro dell’Amazzonia, si dimentica subito di essere bambine.  

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