Stefano VANNOZZI
 

Annibale a Torre Maura 

La storia di via dei Colombi

I SEGRETI NASCOSTI DI TORREMAURA

il territorio di Torre Maura nell'epoca Romana e Medievale e cosa si è riscoperto oggi

SARCOFAGI, CORPI E MONETE D'ORO A TORRE MAURA

Sull’orlo è la tabella per l’iscrizione non incisa e ai lati quattro figure di Genii (divinità-angeli custodi) adagiati, di cui tre conservati con ceste di frutta e fiori, ai quali si accostano un bue, una pantera ed un cervo.”  

Parte di un cippo funerario con iscrizione, basoli ed un sarcofago in terracotta è poi al civico 21 e cosi’ oltre. 

Anche nella costruzione delvillino medievaleggiante di via Casilina 1050, si rinvennero numerose sepolture, marmi ed iscrizioni in parte riutilizzate dal primo proprietario tal Berardia di Ferro, grande appassionato di antichità. 

 

Restano oggi, solo per i fratelli Brocco che li vollero conservare, al civico 44; una stele iscritta in travertino, un frammento di cornice in marmo e parte di un’ara squamata in peperino utilizzata a mo’ di colonna. 

Due sarcofagi si rinvennero invece durante la costruzione delle palazzine al numero 13/16 e furono prontamente consegnate alla Soprintendenza  archeologica, mentre un cippo di delimitazione di un’area funeraria con iscritto SANCTUM è tutt’ora murata (e nascosta) al 1024 di via Casilina. 

 

Uniche due tombe ancora esistenti sono il  cosiddetto “muraccio di S.Maura” ed una tomba a tumulo di età augustea.

La prima , ammantata da leggende metropolitane che la vogliono far credere quale resto di una torre dedicata alla S.Maura e quindi origine materiale del toponimo Torre maura è in realtà una bella tomba laterizia di epoca Antonina (II sec. d.C.) provvista di una cella funeraria inferiore attualmente interrata.

 

La seconda, consistente in un sepolcro circolare a tumulo con una circonferenza di 26 metri oggi compresa fra due palazzi al livello dei garage al civico 3 di via dell’Aquila Reale, sconosciuta ai piu’ e creduta da molti per via della forma quale “tomba Etrusca”.

 

Cappella di S. Maura: resti dell'abside

Il territorio oggi corrispondente a Torremaura era anticamente posto al quinto miglio della via Labicana (od.Casilina) e compreso in quell’area del  cosiddetto Lazio Antico, diviso fra le prime tribu’ dell’età Regia fra cui era la Pupinia, da molti collocata nell’area di Torrenova.

Non conosciamo il nome o i vocaboli antichi con cui erano indicati questi luoghi sebbene il geografo Stradone indichi col nome di FESTI, una  località “fra la quinta e la sesta pietra da Roma” che coincideva con il primitivo confine dell’agro romano e dove ogni anno  si tenevano specifici riti detti ambarvalia. 

L’antica Labicana, partendo dall’ Esquilino raggiungeva dopo XV miglia, l’antica Labico (presso Montecompatri) mantenendo un percorso pressappoco simile alla moderna via Casilina sino al Castello di Torrenova.

Nell’area fra la caserma di Torrespaccata ed il G.R.A., manteneva un percorso leggermente a Sud della consolare ancora riconoscibile in alcune foto aeree degli anni ’20.

Il tracciato, costellato da costruzioni e sepolture in piu’ tempi emerse e distrutte durante la costruzione e crescita della borgata; era pressappoco coincidente con le attuali via dei Verdoni, Piazza degli Alcioni, Via dell’Airone. 

Questo spiega come mai lungo queste strade non vi sia stata famiglia o costruttore che non abbia rinvenuto nello scavo delle fondazioni della propria palazzina di elementi archeologici a carattere funerario e non, quali : sarcofagi, iscrizioni, frammenti statuari, basoli dell’antica strada, mosaici e strutture murarie. 

Nella maggior parte dei casi purtroppo tali scoperte (quasi sempre non ufficiali) sono andati di pari passo con le distruzioni e dispersioni degli oggetti più appetibili, venduti illegalmente sul mercato antiquario. 

Pochi i casi in cui le autorità preposte sono riuscite a recuperare quanto trovato.

 …Verità o fantasia , queste scoperte alimentarono nel tempo molti racconti di ritrovamenti di tesori, statue e grandi quantità di monete d’oro! 

Sepolcro circolare in via dell'Aquila Reale, 3

 

Possiamo comunque ricostruire quanto ancora esistente o visibile partendo  da via di Torrespaccata, quasi all’angolo con via dei Verdoni, ove, quasi invisibile e perennemente coperta da rampicanti è la Cappella di S.Maura, da cui origina l’odierno toponimo.

Si tratta di una piccola aula absidata risalente al IV –V sec. d.C., riutilizzata già in epoca altomedioevale come luogo di culto ed associata ad una piccola area catacombale distrutta nei primi anni ’80 ed altrimenti sconosciuta.

Lungo via dei Verdoni, in più proprietà sono ancora visibili frammenti antichi come al civico 15 ove insieme ad elementi falsi è un antico cippo iscritto, purtroppo molto deteriorato.

Al n. 19, corrispondente anche al 1042 di via Casilina, sono diversi blocchi marmorei lavorati con motivi floreali, tubature fittili, alcuni basoli e bolli laterizi.

In questa proprietà un tempo appartenente ad Emanuele Rossi, si rinvennero nel 1925 due sarcofagi, durante lo scasso per impiantare un vigneto.

 

Bibliografia Essenziale :

Quilici Lorenzo , COLLATIA, Forma Italiae, Vol.X , Roma 1974. 

Barbetta S., Antiche strade –VIA LABICANA, I.P.Z.S., Roma 1995. 

Carlo Conti (AA.VV.), TORRE MAURA E S.GIOVANNI LEONARDI, Roma 1998.

Furono trovate molte ossa umane.... (ancora murate in uno scantinato della palazzina?)

In via dei Verdoni n° 19, insieme ad altri resti, fu ritrovato un sarcofago, poi inventariato e col relativo permesso, venduto. Ecco la descrizione:

“Sarcofago in marmo con medaglioni di uomo togato, nel centro, non completamente finito nella maschera. Strigliatura nel corpo. Due  Eroti agli angoli l’uno che sostiene un leprotto, l’altro un cesto di frutta. Il coperchio ad alto orlo verticale, non è completo. Sull’orlo è la tabella per l’iscrizione non incisa e ai lati quattro figure di Genii (divinità-angeli custodi) adagiati, di cui tre conservati con ceste di frutta e fiori, ai quali si accostano un bue, una pantera e un cervo.”

(Via Casilina 1042, proprietà Emanuele Rossi (1925) durante l’esecuzione di scassi nel terreno, vi si rinvenne anche un altro sarcofago, ma strigliato).

In via dell’Airone  una serie ininterrotta di sepolture venne sconvolta già alla fine degli anni ’50 per far posto alle nuove abitazioni.

 

Muraccio di S. Maura: tomba di epoca Antonina II sec. d.C. in via dei Fagiani - ne parleremo nella prossima puntata.

 

 

un sepolcro tutt'ora visibile in via dell'Aquila Reale 3

Nel 1964 durante l’erezione delle due palazzine di via dell’Aquila Reale 3, sempre nella direttrice dei precedenti ritrovamenti, è venuto alla luce un sepolcro circolare di notevole grandezza (ha la circonferenza di 26 m), il che denota l’importanza del personaggio (vedi foto sopra). Con saggia decisione delle Belle Arti fu variata la posizione del progetto dei due edifici in modo da lasciare il sepolcro tra le due palazzine.  Si può vedere da tutti, basta aprire il piccolo cancello di via Aquila Reale 3 ed affacciarsi nel basso.La parte che attualmente si vede è composta da tre giri di grosse pietre dallo spessore di 60x60 cm di varia lunghezza; alcune arrivano a superare 1,80 m. Il primo giro è in tufo duro, gli altri in pietra viva. Il giro superiore è sagomato. Siamo al cospetto della base del sepolcro formato da una stanza rotonda molto vasta dal diametro di 6,45 m. L’altezza della base è di 1,60 m.