“Annibale a Torre Maura” 

I Romani, guidati da Fabio Massimo, rendevano la vita difficile ai Cartaginesi. Allora l ’astuto Annibale escogitò uno stratagemma. Improvvisamente lasciò Capua e si diresse verso Roma con una parte di truppe scelte. Lo  scopo era di tirarsi dietro l ‘esercito romano e spaventare i romani con un ‘azione di sorpresa. Percorse velocemente l ‘Appia. Scendendo dall’altura verso Roma aveva davanti due fortificazioni: quella di Gabi e l ‘altra di “Campo di Marte”. Tentò d’espugnare Gabi, ma essendo molto fortificata ed essendo sprovvisto di mezzi adatti, non riuscì. Annibale dopo aver superato questa difesa con l ’esercito si fermò al IV miglio da Roma e con la cavalleria fece una puntata fino alle mura servione. L ‘effetto dell’azione improvvisa di Annibale

non sortì buon fine e dovette limitarsi a mettere a ferro e a fuoco i campi e le ville circostanti. Annibale dopo questa sortita ritornò a Capua, e poco si ritirò nell’Italia meridionale, ma la sua importanza miltare era in declino.      

Tra il 1700 e il 1800

In questo periodo sono state tracciate delle strade per servire meglio alcune zone agricole. La principale è via del fosso di Santa Maura. Strada che da via di torre spaccata conduceva al fosso di Santa Maura. Vi è poi via Casa calda che da via Tor Tre Teste conduce alla zona agricola di Casa Calda. Esistevano ancora alcuni “sentieri campestri”. Ad est due conducevano dalla Casilina alla zona di casa Calda (le odierne Colmbi e Fringuello);due dalla Casilina conducevano verso la zona di Orti poli e fattoria Torre Spaccata. Queste notizie sono desunte da una carta topografica militare della fine del 1800 conservata nell’archivio parrocchiale.

Il territorio di Torre Maura nella epoca romana e medievale 

Il territorio faceva parte della proprietà imperiale Subagusta, ed era diviso in vari “Fundus”. Tra il VI° miglio e il X° miglio vi erano vari templi. L’antica via Labicana in questa nostra zona seguiva un itinerario differente dall’attuale sposato più ad ovest. La strada vecchia nella nostra zona manteneva la direzione di via dei Verdoni e via dell’Airone che sono nella stessa direzione. Questo spiega come mai lungo queste due strade non vi sia famiglia che nello scavo della propria palazzina non abbia trovato qualcosa dell’epoca Romana. Sono stati ritrovati molti resti dell’epoca Romana come sarcofagi, cippi, materiale da costruzione e un sepolcro ritrovato nel 1964 a via dell’Aquila Reale. 

Tra le due Guerre Mondiali  

1921 in quell’anno per la legge “Bonifica fondiaria” del Ministero dell’Agricoltura una grossa striscia di terra compresa tra la Prenestina e Casilina, delimitata dalle strade Tor Tre Teste e Torre Spaccata da un lato e daltracciato formato dalle odierne vie dei Colombi e Rondini, fu espropriata alla famiglia Torlonia e lottizzata. Le prime costruzioni sorsero intorno alla via dei Verdoni ove fu portata anche l’acqua “Barbuta” da una sorgente sotto Marino. Acqua che ancora arriva nella zona. Attualmente alcune case sono rimaste nella forma originale e si riconoscono subito, per il loro aspetto dimesso. Dopo il 1934 ci fu la lottizzazione dei terreni sulla destra di via dei Colombi ad opera del Gen. Malchiodi. Di questo periodo sono le strade formatosi sotto la denominazione ornitologica: Colombi, Rondini, Verdoni, Fringuello, e più tardi Aquila Reale e Faggiani orientate da via Casilina verso la campagna. Subito dopo il 1934 altri percorsi furono creati da via dei colombi alla campagna cioè le vie: Anitre, Gabbiani, Tortore, Allodole, Pettirosso, Usignolo. Successivamente da via delle Rondini alla campagna le vie: Cicogne, Pernici, Sparviero. Sulla Casilina sorse all’inizio una borgata per lo più abitata da famiglie addette allo stabilimento Pirelli. Un incendio, il 21/7/1947, distrusse lo stabilimento con danno di mezzo miliardo. La borgata si formò originariamente per iniziativa dell’Avv. Ricci allo scopo di sostituire le “luride capanne”. 

Dal ’45 ad oggi  

Nella zona vi erano molte aziende agricole: le “tenute” e “fattorie”. Particolare rilevanza nello sviluppo urbanistico subito dopo la guerra derivò dalla lottizzazione operata dall’Ing. Giovanni Sechi nella parte sinistra di via delle Rondini. Per completare le borgate abusive, ampiamente sviluppate fra il 1950-1960, venne varata nel 1962 la Legge n.167 per l’idilizia economica e popolare, con la quale si vincolarono 5000 ettari di territorio divisi in 53 comprensori definiti piani di zona. Grazie alla Legge n.167 quindi si ebbe il completamento di aree ancora libere nella zona di Torre Maura per un totale di 319.000 metri cubi divisi tra: le case GESCAL (Viale di Torre Maura 1976), con 400 appartamenti ormai tutti abitati; ISVEUR (Istituto per lo Sviluppo Edilizio e Urbanistico, 1976-1977);

IACP (Via Enrico Giglioli 1980-1982) per complessivi altri 650 appartamenti. Purtroppo contro le aspettative degli Urbanisti, questi nuovi centri invece di integrarsi e “completare” il tessuto storico della borgata, sono rimasti in parte isole autonome dal centro abitato.

Anche Torre Maura ha la sua zona industriale. Nelle strade Silicella, Sassonegro, Manetti vi sono numerose fabbriche; tutta la zona oggi è occupata da piccole industrie che mano mano cercano di acquistare un aspetto sempre più decoroso e produttivo.

Torre Maura, e in particolare la zona della nostra Parrocchia, ha continuato a crescere ed anche a rinnovarsi con l’arrivo di nuove giovani famiglie e con la costruzione di nuovi complessi edilizi.

Poiché la costruzione di tutte queste abitazioni, da ambo i lati della Casilina, non è avvenuta in modo coordinato, il problema viario e dei servizi indispensabili nelle diverse zone, ha posto e pone diverse difficoltà sia per le famiglie che vi abitano e sia per un servizio della Parrocchia nei riguardi degli abitanti, obbligati a percorrere chilometri per la frequenza religiosa.

Elisa e Loris V°A

torna all'indice degli argomenti